
Siria, Meloni conferma la telefonata del capo dell’Aise all’intelligence di Assad: “Cercava informazioni, nessun sostegno al regime”
- Politica
- Dicembre 19, 2024
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“Sulle voci riguardanti la telefonata del capo dell’Aise all’intelligence siriana, avrei trovato più anomalo se il capo della nostra intelligence, in un momento così delicato per un paese altrettanto delicato, non avesse cercato di ottenere informazioni su quanto stava accadendo”. Così, davanti alla Camera, Giorgia Meloni ha confermato l’autenticità del documento pubblicato dal giornale Independent Arabic, in cui il capo dei servizi segreti siriani riferisce di aver ricevuto una telefonata dal generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise (i servizi segreti esteri italiani), mentre il regime di Bashar al-Assad stava per cedere sotto l’offensiva dei ribelli jihadisti. “Questo è il compito dell’intelligence, è suo dovere raccogliere tutte le informazioni possibili da riferire al governo per fornire gli elementi necessari a prendere le giuste contromisure”, ha rivendicato la premier nel suo intervento di replica dopo il dibattito in Aula sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
Meloni ha però smentito la descrizione del contenuto della telefonata riportata dalla relazione dei servizi siriani, secondo cui Caravelli avrebbe garantito il sostegno dell’Italia al governo di Assad e sottolineato l’importanza del supporto russo. “Una cosa è l’esistenza di un canale di comunicazione, un’altra è il contenuto delle conversazioni che avvengono su questo canale. Non penso che sia utile soffermarmi sulla veridicità del report della telefonata del direttore dell’Aise, che proviene dal direttore uscente del servizio siriano”, ha dichiarato la presidente del Consiglio. “Chiaramente”, ha aggiunto, “resta fermo l’invito al generale Caravelli a venire a riferire al Copasir”, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi, “che è l’organo deputato a fornire queste informazioni”.
Per dimostrare la buona fede dell’Aise, la premier ha poi ricordato che, “in una nota firmata da uno dei leader della rivolta, l’Italia è l’unico paese occidentale espressamente menzionato positivamente, insieme ad alcuni paesi del Golfo, per aver ripreso l’attività diplomatica a Damasco. In teoria”, ha concluso, “questo dovrebbe confermare che non c’è stato alcun sostegno da parte dei nostri servizi di intelligence, né da parte del governo tramite i servizi, al precedente regime siriano”.