
“Gaza è una trappola mortale”: il nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere denuncia segnali evidenti di pulizia etnica nella Striscia
- Mondo
- Dicembre 19, 2024
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“Tutti gli eventi documentati dalle nostre équipe mediche sul campo durante questo conflitto sono coerenti con le analisi fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni: a Gaza è in corso un genocidio.” Questa è la posizione espressa con chiarezza, per la prima volta, da Medici Senza Frontiere nel suo ultimo rapporto sul conflitto in corso da 15 mesi nella Striscia, iniziato con l’offensiva lanciata da Israele dopo il massacro del 7 ottobre. Durante la presentazione del rapporto, Christopher Lockyear, segretario generale di MSF, ha sottolineato che, pur non avendo l’autorità legale per accertare l’intenzionalità del massacro di civili palestinesi (oltre 45 mila morti secondo dati locali che non distinguono tra civ
Fino ad ora, MSF, come molte altre organizzazioni internazionali, aveva parlato di massacro, ma il protrarsi della guerra a Gaza sta spingendo sempre più osservatori a descrivere la situazione in termini più gravi. Amnesty International è stata la prima grande organizzazione internazionale a definire genocidio quanto accade a Gaza, in un rapporto pubblicato il 5 dicembre. Anche Human Rights Watch, giovedì scorso, ha adottato questa definizione, sebbene il termine sia ancora oggetto di acceso dibattito nella comunità internazionale. Una causa è stata inoltre aperta presso l’Alta Corte delle Nazioni Unite dal Sudafrica alla fine del 2023 per cercare di fermare il conflitto. Israele respinge fermamente tali accuse e bolla come antisemita chiunque utilizzi il termine genocidio per descrivere gli eventi in corso.
Il rapporto di MSF evidenzia come, negli ultimi 15 mesi, l’esercito israeliano abbia bloccato l’ingresso nella Striscia di beni essenziali quali cibo, acqua e forniture mediche, ostacolando sistematicamente l’assistenza umanitaria. Circa 1,9 milioni di persone – il 90% della popolazione della Striscia – sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, spesso trasferendosi più volte in cerca di sicurezza.
“Per oltre un anno, il nostro personale medico a Gaza ha assistito a una campagna incessante da parte delle forze israeliane, caratterizzata da distruzione, devastazione e disumanizzazione di massa,” ha dichiarato Lockyear, che ha visitato Gaza all’inizio del 2024. “I palestinesi sono stati uccisi nelle loro abitazioni e persino nei reparti ospedalieri. Sono stati sfollati forzatamente più volte in luoghi che non sono né sicuri né adatti a viverci.”
Le autorità israeliane hanno ridotto drasticamente il numero di aiuti umanitari consentiti nella Striscia. A ottobre 2024, i camion di rifornimenti erano appena 37 al giorno, un numero lontano dai 500 che entravano quotidianamente prima del 7 ottobre 2023. Durante lo stesso periodo, lo staff di MSF ha dovuto evacuare le proprie strutture 17 volte, subendo 41 attacchi, tra cui raid aerei, bombardamenti e incursioni militari.
Dei 36 ospedali di Gaza, meno della metà risultano ancora operativi, e solo parzialmente. Nonostante ciò, MSF ha effettuato almeno 27.500 visite mediche e 7.500 interventi chirurgici, tra cui amputazioni e cure per ustioni, lesioni cutanee e infezioni respiratorie, spesso causate dalle pessime condizioni igienico-sanitarie degli sfollati. Con l’arrivo dell’inverno, si prevede un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute.
La situazione è particolarmente critica nel nord della Striscia, dove l’ultima offensiva israeliana ha devastato intere aree, provocando la morte di quasi 2.000 persone. Il campo di Jabalia, in particolare, è sotto assedio dal 6 ottobre 2024.
Medici Senza Frontiere rinnova il suo appello per un cessate il fuoco immediato e duraturo. Anche se il conflitto terminasse oggi, gli effetti a lungo termine sarebbero devastanti: migliaia di feriti necessitano ancora di cure e sotto le macerie si stima ci siano almeno 10 mila corpi, secondo l’ONU.