Gaza, anche Human Rights Watch denuncia “atti di genocidio”: “Israele priva deliberatamente i palestinesi di acqua”

Gaza, anche Human Rights Watch denuncia “atti di genocidio”: “Israele priva deliberatamente i palestinesi di acqua”

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  • Dicembre 19, 2024
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Secondo le autorità israeliane, “dal mese di ottobre 2023, sono stati privati intenzionalmente i civili palestinesi a Gaza dell’accesso a un adeguato approvvigionamento di acqua, con alta probabilità di causare migliaia di morti, configurandosi così come crimine contro l’umanità di sterminio e atti di genocidio”. Questa affermazione appare nell’ultimo rapporto di Human Rights Watch. Giovedì, anche Medici senza Frontiere ha diffuso un report che sottolinea “evidenti segnali di pulizia etnica” nella Striscia, dopo che il 5 dicembre Amnesty International aveva adottato la definizione di genocidio per il conflitto in corso a Gaza, una posizione fermamente respinta da Israele.

Human Rights Watch ha condotto interviste con 66 palestinesi di Gaza, 4 impiegati dell’autorità delle acque pubbliche di Gaza, 31 operatori sanitari e 15 persone che collaborano con agenzie ONU e organizzazioni umanitarie internazionali presenti nella zona. Sono stati anche analizzati dati provenienti da immagini satellitari, fotografie e video raccolti tra l’inizio delle ostilità nell’ottobre 2023 e settembre 2024, insieme a stime di medici, epidemiologi, organizzazioni umanitarie ed esperti in acqua e servizi igienico-sanitari.

Nel rapporto di 179 pagine, Human Rights Watch ha documentato come le autorità israeliane abbiano deliberatamente privato i palestinesi di Gaza dell’accesso a risorse idriche potabili e dei servizi igienici fondamentali per la sopravvivenza umana.

“Le forze e le autorità israeliane hanno interrotto e successivamente limitato l’approvvigionamento idrico a Gaza; hanno reso inefficaci la maggior parte delle infrastrutture idriche e sanitarie tagliando l’elettricità e limitando i rifornimenti di carburante; hanno deliberatamente distrutto e danneggiato le infrastrutture idriche e sanitarie e i materiali per la riparazione delle reti idriche; e hanno ostacolato l’ingresso di forniture idriche essenziali”, ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice esecutiva di Human Rights Watch.

L’intenzionalità è uno degli elementi chiave della definizione di genocidio secondo la Convenzione delle Nazioni Unite del 1948. Hassan ha continuato: “Non si tratta di semplice negligenza, ma di una politica calcolata di privazione che ha portato alla morte di migliaia di persone per disidratazione e malattie, configurandosi come un crimine contro l’umanità di sterminio e atto di genocidio”.

La richiesta della ONG è quella di fermare immediatamente il conflitto, nonché interrompere le forniture di armi a Tel Aviv da parte degli Stati occidentali, ai quali si chiede anche di “rivedere gli accordi bilaterali e le relazioni diplomatiche” e di “sostenere la Corte penale internazionale”.

Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha risposto al rapporto accusando l’organizzazione umanitaria di diffondere “bugie” e propaganda anti-israeliana: “Human Rights Watch sta ancora una volta diffondendo le sue accuse infondate per promuovere la sua propaganda contro Israele. Questo rapporto è pieno di bugie che sono scioccanti anche rispetto ai già bassi standard di Hrw”. L’inviata speciale di Israele all’ONU per la lotta all’antisemitismo ha accusato Amnesty, Hrw e Msf di “distorcere orwellianamente i fatti per accusare gli ebrei”.

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