
Come ottenere la pensione anticipata nel 2025: Quota 103, Opzione Donna, pensioni per lavoratori precoci, usuranti e contributive
- Economia & Lavoro
- Dicembre 20, 2024
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Le opzioni per il pensionamento anticipato nel 2025: fondi integrativi, pensione contributiva, Ape, Rita, isopensioni e attività usuranti
Nel 2025, per andare in pensione prima dei 67 anni, ci sono otto soluzioni disponibili. L’anno scorso, sono stati registrati 89 pensionamenti anticipati ogni 100 pensionamenti di vecchiaia, con un’età media tra i 61 e i 62 anni, mentre l’età media di pensionamento di vecchiaia è di 68 anni. Una delle soluzioni è l’uso dei fondi integrativi, che consente di anticipare il pensionamento a 64 anni con almeno 20 anni di contributi. Questa possibilità riguarda le pensioni contributive, ovvero per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996. Secondo il Sole 24 Ore, circa 600 persone utilizzeranno questa opzione nel 2034, anticipando il pensionamento di un anno in media. Per quest’anno, la Legge di Bilancio non prevede impatti sui conti pubblici.
Pensione anticipata ordinaria e Quota 103
Attualmente, la pensione anticipata ordinaria è la principale via per andare in pensione prima dei 67 anni, ma richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La decorrenza della pensione avviene tre mesi dopo a causa della finestra mobile, e il lavoratore deve continuare a lavorare per ricevere il salario in attesa del pagamento della pensione. Nel 2025, la finestra aumenterà a 4 mesi per i lavoratori del settore pubblico la cui pensione è liquidata da enti come gli enti locali, i sanitari, gli ufficiali giudiziari, gli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate. In cambio, sarà possibile accedere a Quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2025, insieme a una finestra di 7 o 9 mesi per i lavoratori privati o pubblici. L’importo della pensione sarà calcolato con il sistema contributivo, e si stimano circa 6.000 pensionamenti per quest’anno.
Lavoratori precoci e Opzione Donna
Per i lavoratori precoci, sono necessari 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi devono riferirsi a un periodo lavorato prima dei 19 anni. Possono accedere a questa opzione anche i disoccupati, i caregiver, coloro con una capacità lavorativa ridotta del 74%, e i lavoratori in mansioni gravose o usuranti. L’Opzione Donna è accessibile alle donne con 35 anni di contributi e almeno 61 anni di età, 60 anni se hanno un figlio e 59 anni se hanno almeno due figli. Questa opzione prevede il calcolo della pensione con il sistema contributivo ed è riservata a disoccupate o dipendenti di aziende per cui è aperto un tavolo ministeriale di crisi, caregiver, e donne con riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%. In questo caso, la finestra di pensionamento è di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome.
Attività usuranti e pensione anticipata contributiva
Chi ha svolto attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 o ha lavorato di notte può accedere alla pensione anticipata con il sistema delle quote, partendo da 61 anni e 7 mesi e almeno 35 anni di contributi. La pensione anticipata contributiva è destinata a coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1996, con almeno 64 anni e 20 anni di contributi. La finestra è di tre mesi. L’importo del primo assegno deve essere almeno tre volte l’assegno sociale, ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per quelle con almeno due figli. Nel 2025, l’importo minimo potrà essere raggiunto anche sommando l’eventuale pensione integrativa, ma il requisito contributivo salirà a 25 anni.
Vecchiaia contributiva, Ape, Rita e Isopensione
La pensione di vecchiaia contributiva, che si raggiunge a 67 anni, può essere ridotta di quattro mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi. Il requisito contributivo minimo rimane di 20 anni. Il pensionamento è possibile se l’importo del primo assegno è pari a quello sociale. Esistono anche quattro strumenti di accompagnamento alla pensione: l’Ape sociale, che riguarda determinate categorie di lavoratori e parte da 63 anni e 5 mesi, con un’anzianità contributiva da 28 a 36 anni; l’isopensione e l’assegno straordinario dei fondi bilaterali, che sono a carico delle aziende e hanno una durata massima rispettivamente di 7 e 5 anni; e la rendita integrativa temporanea anticipata, che il lavoratore finanzia attingendo alla sua posizione di previdenza integrativa, consentendo uno scivolo fino a 5 anni, che può arrivare a 10 anni in caso di disoccupazione di almeno due anni.