Codice della Strada, la preoccupazione dei clienti delle enoteche: «Oggi si beve meno vino»

Codice della Strada, la preoccupazione dei clienti delle enoteche: «Oggi si beve meno vino»

Il problema è particolarmente sentito in Piemonte: «Si predilige il calice alla bottiglia, e credo che ci sarà un forte calo nel consumo di superalcolici».
Il nuovo Codice della Strada sta creando difficoltà nelle terre del vino. Ferruccio Ribezzo, presidente del Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero, sottolinea che i turisti, ultimamente, sembrano evitano le colline piemontesi. La causa? La riforma delle normative sulla guida e il timore di essere sorpresi in stato di ebbrezza durante il test dell’alcol. Sebbene Ribezzo riconosca che «si tratta di una questione di sicurezza, e sulla sicurezza non si scherza», ci tiene a precisare: «Il nostro territorio ha sempre offerto esperienze di qualità; l’abuso di alcol non fa parte dei nostri valori promozionali».

La preoccupazione dei clienti

Tuttavia, come riporta l’edizione torinese di Repubblica, la preoccupazione rimane. Tra i produttori e i ristoratori c’è consapevolezza che, almeno per un po’, le vendite di vino potrebbero subire un rallentamento. «È chiaro che nessuno deve mettersi alla guida ubriaco o in condizioni non sicure», afferma Davide Palluda, noto chef stellato Michelin dell’Enoteca di Canale, nel Roero. «Ma abbiamo notato una certa preoccupazione da parte dei clienti. Si preferisce il calice alla bottiglia, e credo che ci sarà un calo significativo nel consumo di superalcolici, già in forte diminuzione. In molti Paesi, poi, si organizzeranno turni per far guidare qualcuno, ma con tavoli da due sarà sicuramente più complicato».

L’offerta analcolica

Molti ristoratori si erano già adattati, offrendo opzioni analcoliche per chi doveva mettersi alla guida dopo lunghe distanze. Beppe Rambaldi, chef del ristorante Cucina a Villar Dora, afferma: «Posso confermare che i tavoli stanno bevendo molto meno. La preoccupazione c’è, anche se capisco che l’intento sia ridurre gli incidenti. Vedremo cosa accadrà; sicuramente perderemo una parte della clientela che viene da Torino. Una possibile soluzione sarebbe migliorare il trasporto pubblico, più dinamico, che possa facilitare noi e i nostri clienti, ma al momento non è così».

Un servizio taxi

C’è anche chi, come Carlo Ricatto di Bricks o Paolo Fantini di Scannabue, propone un servizio taxi per rendere la serata «più sicura». E, naturalmente, si auspica un miglioramento del trasporto pubblico urbano, con maggiore sicurezza sui mezzi. «Noi, che siamo in centro, abbiamo la fortuna di avere molti clienti che arrivano a piedi o in bicicletta», spiega Diego Dequigiovanni di Luogo Divino. «Il problema è più grave altrove, come nelle Langhe, dove affrontare il cambiamento sarà difficile, perché il ritorno con i mezzi è praticamente impossibile».

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