La pirateria informatica, Cloudflare sarà obbligata a fornire i dati di clienti e utenti che infrangono la legge.

La pirateria informatica, Cloudflare sarà obbligata a fornire i dati di clienti e utenti che infrangono la legge.

Sentenza storica del Tribunale di Milano: se la società non adempie agli obblighi, dovrà pagare una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo.

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza fondamentale nella lotta alla pirateria online. La sezione specializzata in materia di Impresa ha accolto il ricorso della Lega Nazionale Professionisti Serie A contro Cloudflare Inc., società che offre servizi di Cdn, Dns e sicurezza in rete. Tra gli obblighi imposti all’azienda c’è anche la fornitura dei dati relativi ai clienti e utenti che commettono violazioni. In caso di ritardo nell’adempimento di questa disposizione, il Tribunale ha stabilito una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo.

La sentenza anti-pirateria

Il Collegio, composto dalla dott.ssa Silvia Giani, dalla dott.ssa Lorena Casiraghi e dal dott. Vincenzo Carnì, ha esaminato il ruolo di Cloudflare Inc., che rientra tra i “prestatori di servizi” soggetti alla Legge antipirateria e destinatari degli ordini di blocco emessi dall’Agcom attraverso la piattaforma Piracy Shield. A sostegno del ricorso della Lega Serie A, si sono aggiunti Lega Serie B, Sky e DAZN, detentori dei diritti audiovisivi dei due campionati italiani. Il 17 giugno 2024, l’Agcom aveva affermato che i suoi accertamenti “in materia di diritto d’autore” avevano evidenziato che la maggior parte dei siti web che diffondono contenuti illeciti sui network elettronici utilizza i servizi di Cloudflare. Il Tribunale ha accolto il ricorso e ha disposto, tra le altre misure, quanto segue: “Cloudflare Inc. è obbligata a cessare la fornitura dei servizi di Cdn, Dns Autoritativo e reverse proxy utilizzati per la violazione dei diritti; adottare misure tecnologiche e organizzative necessarie per impedire la fruizione da parte degli utenti dei contenuti diffusi illegalmente; fornire i dati relativi all’identità dei clienti che hanno utilizzato i servizi di Cdn, Dns autoritativo e reverse proxy per commettere le violazioni accertate; stabilita una penale di 10mila euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione delle disposizioni”.

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