Reddito, centrali a carbone, aborto: la restaurazione dopo Scholz. Perché sarà più difficile formare un governo a Berlino

Reddito, centrali a carbone, aborto: la restaurazione dopo Scholz. Perché sarà più difficile formare un governo a Berlino

  • Mondo
  • Dicembre 19, 2024
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Leggi fondamentali come il reddito di cittadinanza, iniziative per accelerare la transizione ecologica, riforme sui diritti civili come l’autodeterminazione del genere, e altri progetti ancora solo annunciati, come il taglio dell’Iva sul cibo, l’aumento del salario minimo a 15 euro, e sgravi fiscali “verdi”. Le leggi che hanno segnato il percorso del governo di centrosinistra guidato finora dal socialdemocratico Olaf Scholz sono ora sotto esame dai possibili successori. Secondo i sondaggi, il partito più favorito è la CDU, la forza politica cristiano-democratica che fu di Angela Merkel. E così, sotto la lente d’ingrandimento finiscono tutti i principali provvedimenti del governo “semaforo” (dai colori delle forze politiche della coalizione, che includeva anche i Verdi e i Liberali). A rischio ci sono in particolare le leggi di sostegno ai più poveri (dato che il centrodestra privilegia la disciplina fiscale), ma anche quelle che avevano orientato la transizione ecologica, su cui tutta l’Europa ha cambiato direzione. Nel campo energetico, infatti, si prevede il ritorno a centrali nucleari e anche a quelle a carbone, che il governo Scholz aveva deciso di abbandonare. Un cambio di direzione che, oltre a sollevare questioni concrete, rischia di rendere più difficile la formazione di un nuovo governo (la Grosse Koalition appare l’unica opzione praticabile, dato che la CDU non ha alleati forti a destra), creando una situazione più instabile in un Paese che guida l’Europa.

Cosa resta del governo uscente

Anche se Scholz ha ottenuto lunedì ciò che voleva – cioè la formalizzazione della sfiducia in Parlamento e il voto anticipato a febbraio – il suo governo di minoranza ha ancora progetti che spera di far passare prima delle elezioni. Il ministro delle Finanze Jörg Kukies (SPD) ha già chiarito che le leggi di bilancio (2025 e quella supplementare per il 2024) non potranno essere approvate. Il principale partito di opposizione, l’Unione CDU-CSU (cristiano-democratici), non è intenzionato ad assumerne la responsabilità e i tempi per un nuovo iter parlamentare le faranno probabilmente slittare fino a giugno 2025. Fino ad allora, non ci sarà un blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici, ma non potranno essere approvate nuove spese. Tuttavia, l’Unione si è dichiarata disponibile ad approvare i progetti urgenti, come il prolungamento delle missioni militari a cui partecipano le forze armate tedesche e il dispiegamento di un contingente tedesco nelle forze NATO in Lituania.

A livello nazionale, sarà garantito il finanziamento del biglietto unico dei trasporti, almeno fino alla fine dell’anno prossimo, anche se il prezzo aumenterà da 49 a 58 euro al mese. Lo Stato federale e i Länder copriranno rispettivamente con 1,5 miliardi di euro i minori introiti per i gestori. Il governo uscente avrebbe voluto un accordo a lungo termine, prevedendo anche la gratuità per i minori accompagnati, ma Friedrich Merz ha sottolineato che saranno necessarie trattative difficili per prolungare il Deutschland Ticket oltre il 2025. La CDU-CSU ha comunque permesso l’approvazione del terzo pacchetto di finanziamento di 2,7 miliardi di euro alle ferrovie federali per rinnovare la rete. Entro il 2030, diverse tratte a forte percorrenza devono essere modernizzate, con la prima, tra Francoforte e Mannheim, già completata. Le opposizioni hanno garantito il loro sostegno anche per rafforzare nella Costituzione i principi di salvaguardia dell’indipendenza della Corte Costituzionale. L’ex partner liberale FDP ha già sostenuto, almeno al Bundestag (e probabilmente anche al Bundesrat), l’aumento degli indennizzi per l’infanzia (Kindergeld) e gli sgravi per il recupero dell’inflazione.

Ciò che non andrà in porto

Molto altro, tuttavia, il governo rosso-verde non riuscirà più a portare a termine. Il progetto di freno agli affitti (Mietpreisbremse), concordato tra la ministra socialdemocratica per l’Edilizia Clara Geywitz (SPD) e il ministro della Giustizia ad interim Volker Wissing (indipendente dopo aver lasciato l’FDP), non ha possibilità di successo. Lo stesso vale per altre iniziative, come gli sgravi fiscali per i redditi medio-bassi sull’acquisto di auto elettriche e l’incentivo di mille euro per le colonnine di ricarica, promossi dal vicecancelliere Robert Habeck (Verdi); la riduzione dell’IVA sugli alimenti dal 7 al 5%; o l’aumento del salario minimo a 15 euro auspicato dal cancelliere. Inoltre, la cancellazione dell’articolo 218 del codice penale, che avrebbe liberalizzato completamente l’aborto (attualmente è possibile senza sanzioni entro le prime 12 settimane, ma solo previa consulenza obbligatoria), non sarà approvata.

Dove colpirà la “restaurazione” possibile

Alla luce dei sondaggi che vedono l’Unione CDU-CSU in testa e con Merz dato per probabile nuovo cancelliere, è prevedibile che molte leggi introdotte dall’attuale governo vengano cancellate.

Sicuramente cadrà la legge sull’autodeterminazione del sesso anagrafico che permette alle persone non binarie di autodeterminare il proprio genere a partire dai 14 anni, con il consenso dei genitori e senza obbligo di perizia psicologica. Stessa sorte toccherà alla legge sulla parziale liberalizzazione della cannabis, voluta dal ministro della Sanità Karl Lauterbach (SPD), che non ha portato all’aumento dei consumi temuto dai suoi detrattori. Sarà abrogata anche la legge sul controllo dei subappalti, più rigida di quella europea, e probabile anche la riforma dell’ultima legge elettorale proposta dalla coalizione uscente, sistema non gradito alla CSU, il potente partito bavarese alleato storico della CDU.

Merz intende riformare drasticamente il reddito di cittadinanza (Bürgergeld), ritenuto insufficiente a incentivare i beneficiari a reintegrarsi nel mercato del lavoro. Attualmente, ne beneficiano anche i rifugiati ucraini, ma la CDU intende limitare l’accesso ai soli aiuti destinati ai rifugiati. Questi aiuti dovranno essere ridotti a sole forniture di prima necessità non monetarie. Anche l’accoglienza di nuovi richiedenti asilo verrà rivista, con l’intento di fermare ai confini quelli provenienti da altri Paesi UE e di estendere la lista dei Paesi di origine sicura per cui non dovrà essere riconosciuto asilo. Alcune voci, come quella del capogruppo Jens Spahn (CDU), suggeriscono che si debba incoraggiare i rifugiati siriani a rimpatriare, nonostante molti siano ben integrati e la situazione in Siria non sia ancora chiara.

La CDU e la CSU vogliono anche riconsiderare la decisione di abbandonare il nucleare e le centrali a carbone. I gestori delle tre centrali nucleari dismesse ritengono ormai impensabile un ritorno alla loro attività. Probabile anche l’abrogazione della legge sul rinnovamento energetico edilizio che promuove l’installazione di pompe di calore e allacciamenti al teleriscaldamento, mentre non saranno anticipati di cinque anni i tempi di decarbonizzazione previsti dall’UE.

Merz è favorevole a mantenere il freno all’indebitamento al massimo dello 0,35% del PIL annuale, ma non è chiaro quanto potrebbe essere disposto a riformare la legge per consentire nuovi investimenti, come richiesto dalla SPD e dai Verdi. Habeck ha sottolineato al Bundestag che senza interventi anche l’Unione mancherà di risorse. Sebbene la politica sia l’arte del compromesso, resta difficile prevedere come una nuova maggioranza possa coniugarsi a livello federale tra la CDU, che vuole riformare il Bürgergeld, e la SPD, che dovrà rinunciare al suo progetto principale; oppure come la CDU potrebbe convincere i Verdi ad accettare il ritorno al nucleare e al carbone. Se i pronostici non saranno sovvertiti, la Germania, già alle prese con una crisi finanziaria, rischia una lunga instabilità prima di arrivare a una nuova coalizione stabile.

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